Fra Erice ed Enel Sole c’è la guerra dei pali
L’esosa spesa destinata alla manutenzione degli impianti di proprietà Enel viene erogata da circa vent’anni in base ad una obsoleta convenzione stipulata in data 28 settembre 1987, della durata triennale, che sarebbe tutt’oggi efficace in base ad una clausola di tacito rinnovo.
Secondo l’avvocato Sammartano, difensore civico di Erice «appare pertanto incomprensibile il motivo giuridico in forza del quale l’Enel pretende di esser proprietaria di gran parte delle impianti – essendo stati tutti pagati dal Comune – ed il motivo giuridico per cui la municipalità di Erice ha avallato tale tesi per almeno un ventennio, concedendo all’ Enel un compenso diretto per la manutenzione di parte dei corpi illuminanti».
In ogni caso «in base alla citata convenzione stipulata nel lontano 1987 l’Enel avrebbe dovuto mantenere gli impianti di pubblica illuminazione di sua proprietà, eseguendo un rigoroso programma di manutenzione ordinaria», mentre «considerato lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la maggior parte dei pali elettrici» è di tutta evidenza che l’onere contrattuale «non pare essere stato rispettato».
Particolare attenzione è stata assegnata, dal Difensore Civico della Vetta, nel proprio rapporto, infine, all’art. 6, secondo comma, della L. 537/93 che «vieta espressamente il rinnovo tacito dei contratti delle pubbliche amministrazioni aventi ad oggetto la fornitura di beni e servizi, comminando la sanzione civile della nullità per gli atti stipulati in violazione di tale norma». Sulla base di tale legge, secondo l’avvocato Sammartano «l’efficacia della citata convenzione [tra Enel e Comune, ndr] appare almeno dubbia». L’Ufficio Tecnico Comunale ha, peraltro, aggiunto che «nell’anno 2003 non è stata effettuata la sostituzione a programmata di tutte le lampade presenti nel territorio nonché la manutenzione ordinaria dei pali» [nonostante sia stata pagata? NdR].
Dopo le segnalazioni del Difensore Civico la società Enel Sole è stata richiamata «al rispetto dei propri doveri contrattuali e, per la prima volta, ha accettato di eseguire il ripristino degli impianti non funzionanti [ne sono stati rilevati 95, NdR] a propria cura e spese». Tuttavia, particolari risparmi per la collettività si otterrebbero, una volta individuata la reale proprietà dei pali della pubblica illuminazione, dall’assegnazione della manutenzione degli stessi secondo le regole del mercato.
E’ auspicabile una coraggiosa presa di posizione della amministrazione diretta a superare la situazione di “empasse”, anche a costo di intraprendere iniziative giudiziali per far accertare l’effettiva proprietà degli impianti di pubblica illuminazione.
Nel frattempo che Ignazio Sanges decida sul da farsi, la manutenzione della pubblica illuminazione continua a lasciare a desiderare…