Contratto cogli italiani: pensionata denuncia Berlusconi
Il famoso “Contratto con gli italiani” stipulato da Silvio Berlusconi l’8 maggio 2001, in occasione della partecipazione alla trasmissione televisiva “Porta a Porta”, finisce nelle aule di Giustizia.
A citare in giudizio il Premier, presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Roma, è una settantottenne di San Cesareo, un paese alle porte di Roma, la signora Ida Severini.
L’arzilla pensionata, nell’esposto, ha sottolineato come lei, elettrice del centro-sinistra, nel 2001, votò, invece, la coalizione della Casa della Libertà al “pensiero di vedere accrescere la propria pensione almeno nella misura del 36%, dagli attuali euro 378.00 ad euro 516,46” (pari a Lire 1.000.000, la misura minima “promessa” da Berlusconi).
Secondo gli avvocati Antonio Di Pietro e Carlo Rienzi del Codacons, che interverrano “ad adiuvandum” nel procedimento, insieme alla Lista Consumatori, col “Contratto con gli italiani” il “Cav. Silvio Berlusconi ha unilateralmente emesso un’offerta al pubblico ex-art. 1336 codice civile, rivolgendo a tutti gli italiani una proposta di contratto che, con il voto, poteva essere accettata e sottoscritta”.
Nell’istanza gli avvocati sottolineano come “malgrado le dichiarazioni del sottoscrittore del contratto con gli italiani, non è stato rispettato il punto 3 del contratto (innalzamento delle pensioni minime); infatti, l’attrice tuttora non gode di una pensione minima pari ad un milione di lire e non è in grado di provvedere ai bisogni primari propri e della famiglia, anche a causa dello sfrenato aumento dei prezzi che ha ulteriormente diminuito il suo potere di acquisto al punto da poter ritenere che la pensione lungi dall’essere aumentata, come promesso, è stata ribassata come valore reale nel periodo in esame“.
Per il Codacons, Berlusconi ha indotto “con inganno, la vittima a stipulare un contratto che essa non avrebbe stipulato … Ne consegue che la parte inadempiente è tenuta a risarcire il danno sofferto dalla controparte”.
La prima udienza del procedimento si terrà il prossimo 28 febbraio. Il ricorrente si riserva di chiamare in giudizio anche il dott. Bruno Vespa per aver dato “diffusione alla sua promessa azzardata e insostenibile con un mezzo credibile come la TV e il programma Porta a Porta”.