Appalti: occhi aperti!
Nei Pubblici appalti, ad integrazione del disciplinare di gara, è possibile aggiungere delle clausole che restringano le possibilità di infiltrazione delle organizzazioni malavitose nei lavori pubblici.
E’ questa una delle risposte più semplici, ma efficaci, che la Pubblica Amministrazione può, e deve dare, per rispondere all’attacco della “Mafia bianca” all’economia.
Si resta sorpresi, quindi, come, invece, diverse amministrazioni comunali e provinciali restino inattive difronte al problema.
E’ stato questa, in sintesi, la riflessione di Rosario Crocetta, sindaco di Gela, nel corso del dibattito “Senza la mafia”.
A Gela, Crocetta, ha proposto un “Protocollo di Legalità”, ben diverso e molto più concreto di quello pomposamente annunciato dal Comune di Trapani. A Gela, ad esempio, non sono possibili subappalti o noli di mezzi, senza averli prima denunciati nella domanda di partecipazione all’appalto.
Giacomo Tranchida ha proposto d’aggiungere, inoltre, la previsione della “garanzia di una quota delle commesse di forniture in favore di quelle imprese presenti nella Provincia di Trapani confiscate a seguito di applicazione di misura di prevenzione antimafia (es. per il calcestruzzo – ex ditta “Calcestruzzi Ericina” – sequestrata al mafioso Virga)“, sottolineando come un atto in tal senso votato dall’intero consiglio provinciale sia stato disatteso da l’ex-presidente della provincia Adamo.
In proposito, Tranchida ha altresì ricordato quella parte del rapporto di “minoranza” della Commissione nazionale Anti-mafia che evidenzia come, secondo dichiarazioni raccolte dalla Commissione stessa, il senatore Antonio D’Alì sia giunto, al contrario, a sollecitare un imprenditore di Partinico affinché provvedesse a ”rifornirsi altrove” [e non dall’Azienda sotto la vigilanza della Prefettura] di calcestruzzo, “per dare spazio ad altri produttori locali”.