ATM, dai biglietti coperti solo il 15% dei costi
TRAPANI, 14 OTT – L’utilizzo del mezzo di trasporto pubblico, a Trapani, è, sostanzialmente, destinato a due ben chiare categorie di cittadini: gli studenti delle superiori e gli anziani.
Non è difficile, infatti, fuori dagli orari mattutini, osservare mezzi girare vuoti o semivuoti.
“Scoprire” cosa non va nella propria offerta e provare ad adeguarla è certamente uno degli obiettivi cui deve puntare l’ATM, l’Azienda di trasporto urbano di proprietà del Comune di Trapani. Viceversa, con i continui tagli dei trasferimenti comunali e regionali, l’ATM è destinata a non avere futuro.
Non bisogna, in proposito, dimenticare che l’Azienda ATM rappresenta, a Trapani, certamente, un patrimonio da tutelare in quando consente di dare lavoro ad 81 dipendenti (1 dirigente, 7 impiegati, 18 operai in officina, 55 autisti).
Esaminando il bilancio 2012, appena pubblicato sul sito della Camera di Commercio di Trapani [LO PUOI SCARICARE QUI], si rileva come i ricavi risultano in calo, nel 2012, rispetto all’anno precedente 2011 [LO PUOI SCARICARE DA QUI], in maniera consistente, ovvero per oltre 430mila euro.
Il deficit è essenzialmente dovuto al “taglio” dei trasferimenti regionali che sono scesi dai 2.182.000 euro del 2011 al 1.792.000 del 2011 (-389mila euro).
In lieve, ma continuo, calo anche gli abbonamenti, i cui ricavi scendono dai 515.000 del 2010, ai 500.000 del 2011, sino a 481.000 del 2012.
Un trend diverso, per fortuna, si rileva fra i ricavi per vendita di biglietti singoli, saliti dai 280.000 euro del 2010 ai 382.000 del 2011 per poi stabilizzarsi a quota 378.000 nel 2012.
Certamente, in questo segmento, sembra aver inciso la politica aziendale di lotta ai “portoghesi” che ha responsabilizzato gli autisti concedendo loro una provvigione sui biglietti venduti a bordo.
E’ di tutta evidenza, tuttavia, che non risulta particolarmente positivo per una Azienda che costa, dati 2012, 5.585.000 euro, poter contare su una copertura da parte dell’utenza di appena 859.000 euro (biglietti più abbonamenti) e doversi affidare, per il resto, a coperture provenienti dai bilanci del Comune di Trapani (1.555.000 euro) o della Regione siciliana (1.793.000 euro).
L’ATM, nonostante sia organizzata in una Società per Azioni, si dimostra essere, in tal modo, una semplice servizio sociale con costo, pesante, a carico della collettività.
Marginali risultano tanto il contributo del Comune di Erice (appena 206.000 euro) quanto i ricavi per la pubblicità sui mezzi o sui cartelli delle fermate (appena 67.000 euro).
Insignificanti, ancora, i ricavi provenienti dalla gestione del parcheggio estivo di piazzale Ilio (29.000 euro) e dai servizi occasionali “a chiamata” (12.000 euro) sostanziandosi, questi ultimi, con servizi resi alle scuole o al Comune per il trasporto degli alunni nelle varie palestre ed a favore dell’agente marittimo che poi fornisce, ai crocieristi che giungono al porto di Trapani, un servizio di visita turistica della città.
Al pareggio di bilancio dell’ATM, concorre, comunque, sempre il Comune di Trapani che fruisce del servizio officina dell’ATM per i propri mezzi (115.000 euro di fatturato) e del servizio di manutenzione dei semafori (41.000 euro).
E’ di tutta evidenza, leggendo questi numeri, che l’ATM, per avere un futuro, deve incrementare i propri servizi d’ufficio, ovvero trasportare più utenti, sia cercando di entrare in contatto col segmento dei turisti che, per un motivo o l’altro, non fruiscono del mezzo, sia intercettando quell’utenza che oggi preferisce il mezzo privato, fornendo loro servizi più comodi e celeri.
Occorre, in parole povere, investire sulle fermate (istallandovi delle panchine e le “famose” paline intelligenti che forniscono informazioni sui tempi di attesa), sulla pubblicità degli orari, sulla velocità di crociera dei mezzi (riducendo le fermate e creando delle corsie riservate dove necessario).
In questa direzione, sia pure lentamente, sembra muoversi la Direzione l’ATM, conscia che il proprio futuro è nelle proprie mani. Ma serve, anche, una Politica dell’Amministrazione della Città che “castri” l’uso del mezzo privato a favore di una maggiore vivibilità della città.