Isole ecologiche: la voglia di (non) averle
Sembra proprio che sia vero: rallegrarsi per qualcosa che non si è ancora ottenuto porta sfortuna! Ed infatti la soddisfazione che aveva fatto capolino in quella giornata del 21 gennaio scorso si è dissolta come la nebbiolina estiva al primo sorgere del sole.
Non abbiamo fatto in tempo ad uscire da Palazzo D’Alì, rassicurati dalle parole del sindaco Girolamo Fazio, che tutte quelle promesse e intendimenti del primo cittadino sono evaporate in un batter ci ciglia.
Non vogliamo neanche citare la fine ingloriosa che ha fatto il piano del traffico, relegato in chissà quale cassetto dal nuovo, solerte, ingegnere incaricato di portare a termine il lavoro iniziato dal defunto ing. Marino.
Un dubbio ci assale, però, a tal proposito… non sarà che su questo documento aleggia una maledizione? Chi lo porta a termine poi “defunge”? Perché solo in questo caso sarebbe giustificata tanta pigrizia, anzi noi di Legambiente saremo i primi a volerlo stracciare. Non vogliamo certo avere morti sulla coscienza….
Dicevamo, sorvolando su questa questione e anche su quella relativa al randagismo, tema che comunque affrontiamo in un altro articolo, ci piace soffermare la nostra modestissima attenzione sulla questione delle isole ecologiche. Che nessuno sembra volere. Qualcuno a Palazzo D’Alì ci aveva assicurato che entro un mese dalla sospensiva si sarebbe saputo qualcosa… Adesso noi ci chiediamo: entro un mese si, ma di quale anno? Perché già sono passati quasi due mesi e della ripresa dei lavori neanche l’ombra.
Ma forse ha ragione chi non le vuole queste isole ecologiche, in fondo Trapani è la città più pulita d’Italia, la tassa sui rifiuti è bassa, l’aumento dall’anno scorso è stato minimo (solo il 40%, in media), per le strade non si vedono cumuli di elettrodomestici arrugginiti buttati li perché non si sa dove portarli, il riciclaggio inquina e in fondo questo nostro mondo sta benissimo e non c’è bisogno di prendersene troppa cura.
Le cose importanti sono altre: come salvaguardare l’interesse di qualche costruttore di residence che vedrebbe svalutato il valore dei propri immobili edificati proprio con vista su quello “scempio ecologico”. Per non parlare dell’inezia relativa all’incapacità dell’amministrazione comunale (questa? quella passata? Non ci è dato di saperlo.. lo scarica barile è un gioco sempre di moda) di individuare delle aree che non dessero fastidio a nessuno, seppur all’interno del centro abitato: uno sbaglio questo assolutamente perdonabile: in fondo che conseguenze ci possono essere se non pagare qualche milione di Euro di penale? Inezie. Inezie che peseranno sul groppone però dei cittadini! Magari con un ulteriore aumento della tassa sui rifiuti (un altro lieve 40%, perché no?)
Noi siamo sempre qua in fervente attesa, sicuri che tra un annetto avremo il canile le isole ecologiche e un piano del traffico come Dio comanda.
In fondo sognare non costa nulla.