Un nuovo Don Camillo: Comune e Monsignore al TAR
TRAPANI, 16 SET – Al centro dei pensieri di don Camillo c’era, inevitabilmente, il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone. Al centro dei pensieri di don Vito Filippi, il sindaco azzurro Vito Damiano.
Non ricordiamo se don Camillo abbia mai trascinato in tribunale il sindaco del piccolo comunale emiliano.Siamo certi che, invece, don Filippi c’è arrivato.
Ci lascia piuttosto interdetti leggere la delibera di Giunta Municipale di Trapani, la 119 dello scorso 5 settembre, con la quale l’Amministrazione è costretta a conferire incarico legale per difendere il Comune, davanti il TAR, «a seguito di ricorso avanzato dai sigg. Padre Filippi Vito + 18» (proprio così titola la delibera!), avverso l’ampliamento della ZTL nel centro storico di Trapani.
Dal testo del ricorso [LO PUOI SCARICARE INTEGRALE QUI], si evidenzia che esso è proposto da «titolari di piccoli esercizi commerciali tipo bar, botteghe alimentari, fruttivendoli, macellerie, edicole, ecc, artigiani costituiti in comitato spontaneo denominato “ViviAmo Trapani”».
A noi non risulta che padre Vito Filippi diriga un esercizio commerciale, eppure lui è il primo dei ricorrenti ed è sempre lui che afferma di «subire nei fatti un grave pregiudizio economico per l’intera attività lavorativa, oltre che per la famiglia»!
Nonostante le diverse esternazioni del monsignore sul Giornale di Sicilia, riteniamo poco corretto l’intervento di padre Filippi nel procedimento in Tribunale.
Nel ricorso, padre Vito Filippi sostiene che il sindaco Damiano ha posto «in essere un atto illegittimo» poiché avrebbe utilizzato, nel prendere il provvedimento, uno strumento non corretto: un’ordinanza sindacale, atto che, invece, va utilizzato solo «per esigenze concrete di “gravi pericoli” incombenti, di dimensioni tali da costituire una concreta ed effettiva minaccia per l’incolumità dei cittadini». Insomma, oltre che «manifestatamente illogico» il provvedimento di Damiano, per il monsignore, sarebbe «viziato per eccesso di potere».
Gioca sottolineare la Città di residenza degli altri 18 sottoscrittori del ricorso al tribunale: cinque risiedono ad Erice, altri tre sono di Paceco, uno è di Valderice, uno di Calatafimi, e otto, infine, sono di Trapani (di cui uno di Xitta).
Come andrà a finire? Anche in caso di vittoria dei ricorrenti, che s’appellano, come si legge, principalmente ad un “cavillo” tecnico-amministrativo piuttosto che al merito del provvedimento, non crediamo che Damiano porrà nel cassetto il suo, condivisibile da parte nostra, progetto di ZTL.
>Gli unici a ricavarne qualcosa saranno gli avvocati dei ricorrenti, con le proprie parcelle poste a carico del Comune.
Comune, che, fortunatamente, in ogni caso, non dovrà pagare i propri avvocati: saranno, infatti, gli avvocati Francesco Paolo Di Trapani e Carmela Santangelo dell’avvocatura comunale a difenderlo.
Si tratta, a nostro avviso, di un importante innovazione della nuova Amministrazione. Spesso in passato, anche per molto di meno, si ricorreva a professionisti esterni privati con relativi oneri a carico del bilancio comunale. In questa occasione l’unica spesa, al momento, appare quella della «domiciliazione e sostituzione in udienza» conferita all’avv. Mauro Giudice di Palermo per 503,36 euro, IVA inclusa.