Rione Palme, quartiere dormitorio
Per conoscere una città bisogna vivere la città. Nasce, quindi, il bisogno di esaminare con una lente d’ingrandimento, le varie realtà che sono presenti nella nostra città, senza etichettarle perché conosciute per quel famoso sentito dire che sa tanto di cultura popolare spicciola. Padre Vincenzo Cirrone, parroco della diocesi di Sant’Alberto nel quartiere di Rione Palme, ha aperto le porte della sua chiesa, per raccontarci di come egli stesso vive questa realtà e di come gli abitanti, affrontino la propria esistenza in un luogo così notoriamente difficile.
Cominciamo parlando di “Rione Palme”.
“Bisogna per prima cosa sottolineare che il quartiere di Rione Palme si estende sino alla zona di Milo, congloba quindi due realtà: la parrocchia di S. Alberto e quella del SS. Salvatore. Complessivamente il quartiere conta circa quindicimila abitanti, con realtà variegate, strati sociali ben diversi fra loro…è chiaro che nella nostra zona ci sono delle sacche di povertà non indifferenti, gente che sbarca il lunario non avendo un lavoro, un posto fisso, gente costretta praticamente ad arrangiarsi, con lavori in nero o dipendendo talvolta dalle pensioni dei genitori.”
Sono soltanto ragazzi?
“Non solo. Parliamo di varie fasce d’età. I ragazzi, fino alla scuola dell’obbligo, di solito rimangono nel quartiere, tuttavia a causa del disagio familiare, sono costretti ad andare a cercare lavoro non potendo continuare gli studi. Non c’è bisogno di dire che ciò, alimenta ulteriormente il fenomeno di decadenza culturale del rione. Rione denominato “dormitorio”, per il ruolo meramente abitativo constatato che, il lavoro sposta gli abitanti verso altre parti della città o addirittura fuori dalla città stessa.”
Quante sono le persone che vanno fuori città a cercare lavoro?
“Un numero elevato di persone vive e lavora fuori città. Famiglie ed anche ragazzi. Ragazzi che vanno via per non essere sfruttati dalla nostra realtà di lavoro sottopagato ed in nero. Diverse famiglie del rione che non riescono a spostarsi o a trovare lavoro vivono in condizioni critiche. Qui si vede l’importanza della parrocchia e il grande lavoro dell’associazione “S. Vincenzo”: c’è gente che viene a chiedere viveri ed anche aiuti monetari per luce, acqua ed altri bisogni giornalieri. La parrocchia cerca di svolgere il proprio compito ma non basta.”
Quali sono le strutture fruibili all’interno del rione?
“Purtroppo non ci sono negozi, c’è solo qualcosa sulla via Michele Amari, ma anche lì si risente della condizione non florida delle famiglie che popolano il quartiere. Anche questa è gente che arranca, che per mettere la sera la pentola sul fuoco fa sacrifici. Nonostante ciò, sussistono anche delle realtà molto belle, quelle che girano attorno alla parrocchia e che sono in realtà al servizio del territorio. Sopra la nostra parrocchia, per esempio, è nato da poco un centro per anziani, ne ospitiamo più di cento che vengono qui a passare il loro tempo. Presto una biblioteca sarà inaugurata e un campetto da gioco polivalente all’interno della parrocchia rappresenta il punto di aggregazione di tutti ragazzi del quartiere. Ma nonostante ciò, i punti di aggregazione mancano: una palestra (la Tenente Alberti) e la piscina comunale sono ancora insufficienti per un quartiere così densamente popolato. Bisognerebbe che il comune ci venga in contro, costruendo strutture ludiche e ricreative con l’obiettivo di togliere i ragazzi dalla strada e portarli verso degli ideali più giusti.”
Alla luce di tutto ciò, cosa chiederebbe alla pubblica amministrazione?
“Sicuramente una maggiore attenzione da parte delle forze pubbliche. Non mancano nel rione fenomeni di borseggio ai danni specialmente degli anziani. Manca soprattutto l’attenzione del Comune per quello che riguarda lo smaltimento dei rifiuti, la pulizia delle strade, i marciapiedi, che sono fatiscenti, e le barriere architettoniche. Inoltre risulta problematico all’approvvigionamento idrico, l’acqua viene fornita a giorni alterni e le grosse cisterne poste nella Via Amari sono esigue rispetto al fabbisogno.”