Stazione: liberare città
Che a Trapani il traffico automobilistico rappresenti un problema è ampiamente assodato per tutti, tranne forse per chi (sindaco, assessore al traffico (!) e consiglieri comunali) è distratto da altri più remunerativi pensieri. Per l’ingegnere Pietro Barbera, è l’ora di finirla coi provvedimenti tampone, sempre insufficienti, e giungere ad interventi strutturali, che modifichino anche parte dell’aspetto urbano della nostra città.
Nel corso del convegno, promosso da Legambiente, ed intitolato “Idee da seminare”, lei ha spiegato, in dettaglio, il suo progetto, lo può riassumere?
Certamente. Per prima cosa sarebbe opportuno smantellare l’ingombrante linea ferrata, eliminando i disagevoli passaggi a livello, creando, sugli spazi liberati dai binari, un grande viale a quattro corsie di accesso alla città. Ciò permetterebbe di unire la via Vespri alla via Virgilio) con conseguente beneficio alla fluidità del traffico cittadino.
In passato si è, ripetutamente, parlato di realizzare delle strade sopraelevate cavalcaferrovia…
Non condivido tale ipotesi, poiché, data la conformazione dei siti e per l’impatto ambientale, ciò è di difficile realizzazione.
Lei, quindi, eliminerebbe la Stazione Centrale?
Assolutamente no. La mia soluzione prevede l’interramento, con apposito tunnel, degli ultimi tre chilometri di binari che collegherebbero, tramite una metropolitana leggera, da Xitta alla Stazione Centrale.
A Xitta, in particolare in Contrada Cassiere, si potrebbe prevedere di sistemare una stazione per passeggeri a lunga percorrenza ed un grande parcheggio scambiatore, commercialmente attrezzato, per gli utenti che non vogliono entrare in città.
Ma il suo progetto va oltre la Stazione …
Penso che potrebbe essere attivata un mezzo navetta in corsia protetta, per esempio un tram, che colleghi la Stazione centrale al Porto passeggeri ed quello turistico, lungo i viali Ammiraglio Staiti e Regina Elena, velocizzando il collegamento con gli imbarchi marittimi, nonché verso la zona pedonale.
Certo, la rimozione dell’ostacolo ferrovia, da solo, non rappresenta la soluzione ai problemi urbani della città e per questo occorre considerare altre azioni sinergiche.
Basterebbe decentrare lo scalo delle merci in uno snodo ferroviario in zona Milo, dove peraltro è in via di finanziamento un autoporto, e collegarlo con la Zona Industriale ed il molo del Ronciglio, dove si va spostando il traffico portuale mercantile, proprio perché posto in posizione vantaggiosa rispetto alla zona industriale e alla viabilità extraurbana. Così facendo si eliminerebbero gli attuali, traumatici, ingorghi nella zona di via Ammiraglio Staiti.
Lei ha in serbo, un’altra suggestiva idea …
Per quanto riguarda l’aspetto turistico del porto vedrei bene l’attivazione di un collegamento funzionale tra le due sponde, quella di Ronciglio e la banchina di via Staiti, mediante un “bateau mouche” elettrico o ad energia solare, comodo per pendolari e turisti, nonché per i trapanesi che vogliano fantasticare un romantico tour del porto, prevedendo l’uso della Colombaia.
E i costi? Il progetto è quasi faraonico, costerà un capitale…
Il costo ottenibile per confronto con altri interventi di recente finanziati può essere stimato in circa 270 milioni, che tuttavia va confrontato col costo sociale ed ambientale provocato dal permanere dei passaggi a livello, per il consumo di carburante, per il tempo d’attesa, per l’inquinamento provocato dai veicoli fermi a motore acceso, costo che stimo in 35.000 euro al giorno e quindi in 255 milioni in vent’anni.
Se quelli di Barbera sono sogni, sbocceranno?