L’ACI: con interventi instrastrutturali il 60% vittime in meno
L’ACI, poi, aggiunge che «Se si mettessero in sicurezza le strade più a rischio si avrebbe una riduzione di circa il 60% dei decessi, pari ad oltre 600 vite l’anno».
«Secondo un recente studio – afferma l’ACI – il 43% dei conducenti coinvolti in incidenti stradali con esiti mortali stava guidando nel rispetto delle principali norme di comportamento».
Tuttavia, secondo una recente indagine ACI-CENSIS i cui risultati sono stati pubblicati lo scorso 10 agosto, il 70% degli automobilisti italiani sente minacciata la propria sicurezza soprattutto dall’eccesso di velocità, un 56% da chi guida sotto l’influsso di alcol o sostanze stupefacenti, un 35% dalla scarsa educazione dei conducenti. Solo un 16% degli automobilisti, invece, imputa gli incidenti stradali alla cattiva manutenzione delle strade, mentre residuo 6% all’inefficienza dei veicoli più obsoleti.
La realtà, secondo il Ministero dei Lavori Pubblici, è, invece, che «la velocità eccessiva, secondo le statistiche ISTAT, è causa del 25% degli incidenti, dei morti e dei feriti», mentre solo «circa il 5% dei morti sono causati da guida in stato d’ebbrezza, l’assunzione di stupefacenti e medicinali e il colpo di sonno».
Per il Ministero, ancora, «una delle principali cause dell’incidentalità è individuabile nei difetti delle infrastrutture esistenti: molto spesso manca un’adeguata protezione degli ostacoli fissi, quali alberi, supporti per illuminazione, pali di servizio. Un’adeguata illuminazione stradale rappresenta un efficace provvedimento ai fini del miglioramento della sicurezza stradale».