Appalti, Collegio geometri: stop alle cordate!
Da diversi mesi la Commissione Geometri Imprenditori istituita presso il Collegio dei Geometri della Provincia di Trapani lamenta come con l’attuale legge sugli appalti non si possa lavorare più. I Geometri, pertanto, chiedono, con viva forza, che non si frapponga alcun indugio all’emanazione della nuova legge sugli appalti. Abbiamo chiesto dei chiarimenti al geom. Antonio Romano, membro della Commissione stessa.
Geom. Romano, la situazione è veramente così drammatica?
“Purtroppo si, esiste un certo numero d’imprese che, da anni, non riesce ad appaltare alcun lavoro, mentre le altre si aggiudicano diversi lavori, anche nel corso dello stesso anno”.
Speriamo che tutto ciò avvenga nel rispetto della legalità.
“Se esiste, lo è solo nella forma. Prima della gara, alcune imprese si mettono d’accordo tra loro, per stabilire chi dovrà risultare aggiudicataria dei lavori.
Di solito il piano riesce; ma, nel caso di fallimento dello stesso, l’impresa aggiudicataria offre la possibilità all’impresa amica locale predestinata, di realizzare ugualmente l’opera, ricorrendo ad una serie di subappalti, noleggi a freddo, noleggi a caldo, assunzioni di mano d’opera e quant’altro si rendesse necessario; quindi il risultato è che la struttura operativa dell’impresa predestinata sarà sempre quella che andrà ad eseguire i lavori”.
Come si potrebbe evitare questo stato di fatto?
“Secondo noi, per l’aggiudicazione d’ogni lavoro pubblico (sia appalti, sia cottimi fiduciari) si dovrebbe attivare una procedura che preveda l’esclusione automatica delle “ali”, cioè delle offerte col minore e col maggiore ribasso, nella misura del 25% (n.d.R.: oggi la percentuale è del 10%, secondo le L.R. 7/02 e 7/03) e poi assegnare la gara col sistema del sorteggio tra le offerte rimanenti. Inoltre, per eliminare le “cordate”, ogni impresa partecipante alla gara, dovrebbe presentare una dichiarazione con la quale s’impegni – qualora fosse aggiudicataria – a non intrattenere alcun rapporto con le imprese che abbiano partecipato alla gara medesima”.
Ritiene quest’azione sufficiente per permettere una corretta rotazione degli appalti?
“No, noi della Commissione riteniamo che occorrerebbe prevedere un’altra iniziativa: l’impresa che partecipa alle gare d’appalto dovrebbe dichiarare, pena l’esclusione, di non avere in corso – per la categoria richiesta – più di tre lavori”.
L’attuale sistema, tuttavia, almeno in teoria, permette che le gare d’appalto oggi siano aggiudicate con ribassi vicini al 25%.
“Si, ma si tratta di ribassi eccessivi, al punto tale da compromettere la corretta esecuzione dei lavori. Per altro, l’eccessivo ribasso costringe l’impresa, al fine di rientrare dalle spese, ad assumere buona parte dei propri dipendenti senza metterli in regola e senza applicare le norme sulla sicurezza, ponendo così, a carico delle imprese oneste, che ancora esistono, il peso di una concorrenza sleale”.
In proposito quale intervento è improrogabile?
“Le leggi attuali consentono che taluni progetti, per “discrezionalità” della Pubblica Amministrazione, regola questa a dir poco abusata, vengano trasmessi in gara senza ricevere a priori l’aggiornamento dei prezzi.
Si perviene, pertanto, ad una situazione tale dove le gare sono appaltate (perché le imprese, purtroppo, concorrono sempre) con il ribasso del 25% applicato su prezzi già vecchi di tre-quattro anni.
Pertanto, riteniamo indispensabile che la L.R. 109/94, art. 18 ter, si modificato prevedendo l’obbligo dell’aggiornamento dei prezzi”.
Romano, la sua impresa oggi lavora?
“La nostra impresa, la Acquamar srl, è una delle pochissime imprese trapanesi specializzata nel settore delle opere marittime che si è offerta, a tutte le parti dell’ATI aggiudicataria dell’appalto dei lavori portuali, senza ottenere alcun concreto riscontro e nessun perché”.