Tre atti per il Difensore Civico
Nel giro di pochi giorni tre atti – in parte probabilmente connessi – hanno stravolto le prospettive della Difesa Civica nel nostro territorio, quella figura tanto potenzialmente importante per il cittadino quanto certamente osteggiata dai nostri pubblici amministratori.
Intanto tutti i Comuni hanno ricevuto l’ennesimo richiamo ed atto di diffida – nota prot. 328 del 31 gennaio 2005 – a firma dell’assessore regionale agli enti locale, Raffaele Stancanelli, col quale “si invita a procedere, entro trenta giorni alla predetta elezione”, prospettando, in assenza, che “questo Assessorato procederà in via sostitutiva a norma dell’art. 24 della L.R. 44/91”.
L’assessore, poi, in particolare, ribadisce che il Difensore Civico è una figura che “è divenuta, in ogni paese democratico, un organo fondamentale a tutela dei diritti dei cittadini contro la cattiva amministrazione … tanto che i paesi della comunità europea hanno sentito il bisogno di istituire un organismo, il Mediatore europeo (art. 195 del trattato CE)”.
Il Difensore Civico, conclude Stancanelli, avvicina “le distanze fra amministratori ed amministrati e per superare le incomprensioni fra essi”.
Ad inizio di marzo, per la precisione il 3 marzo, invece, è giunta un’interessante sentenza del TAR di Catania (Giuseppe Aricò contro Comune di Gualtieri Sicaminò-ME) che, estensore la dott.ssa Maria Stella Boscarino, afferma che nella nomina del Difensore Civico va circoscritta “la discrezionalità della scelta dell’Amministrazione, la quale, va ribadito, deve prendere in esame i curricula, ed evidenziare le ragioni della scelta in coerenza con i requisiti”.
In sostanza – dicono i Giudici – il Consiglio non deve considerare la nomina del Difensore Civico come un posto di sottogoverno da assegnare al “trombato” di turno, cioè la nomina “non si sostanzia in un atto politico svincolato da ogni obbligo di motivazione” ovvero “può farsi questione circa la natura fiduciaria della nomina”. ma, invece, “la procedura comparativa sfocia nella scelta del soggetto che assicuri una particolare competenza”.
Di certo, comunque, l’atto più importante, e veramente epocale, è l’ultimo.
Certamente. Una svolta anche inattesa. Lo scorso 30 marzo l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato il nuovo Statuto – una vera e propria costituzione – della Regione. In tale documento, con un emendamento, è stata stabilita la definitiva obbligatorietà del Difensore Civico, recita infatti la nuova norma “E’ istituito nella Regione, nelle Province regionali, nelle città metropolitane e nei comuni il difensore civico”.
Inoltre, è indicata la strada per l’uniformità di trattamento del Difensore Civico sul territorio regionale (“La legge regionale ne definisce la composizione, le funzioni, le incompatibilità, i requisiti”) e, ancor più importante, “le modalità di elezione che dovrà, comunque, avvenire con maggioranza qualificata”. In tale maniera dovrebbe essere escluso alcun patto di maggioranza, ma, verosimilmente, si può sperare nella nomina di un soggetto veramente competente e super partes.
Auspichiamo, quindi, che la Provincia di Trapani, dove la nomina è all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio, il Comune di Trapani, quelli di Paceco e Valderice, e gli altri, decidano di offrire questo servizio ai cittadini