La conferenza in tralice
Questo testo ambisce ad essere una semplice descrizione umoristica, scritto da una persona comune che ha partecipato alla conferenza. Non si pensi ad un’analisi obiettiva dei contenuti e dei comportamenti della platea, ma ad una visione un po’ ironica, del tutto personale di chi scrive, che riporta con “humour” alcune impressioni sui fatti, personaggi e progetti esposti durante tutto il convegno.
Ore 10.00, nella sala Vincenziana della Madonna, adeguatamente addobbata con i manifesti su cui spiccano il giallo e il verde, simbolo di Legambiente, diverse persone bisbigliano tra di loro in attesa dell’inizio dei lavori. Persone dai volti comuni a cui si aggiungono altre più conosciute nell’ambiente politico-istituzionale. Gli sguardi s’incrociano furtivamente per colmare quel po’ di curiosità che aleggia nell’aria: c’è Tizio, Caio e c’è anche Sempronio. Inizia i lavori Natale Salvo, il quale per l’occasione indossa vestito e cravatta. Si alza poi Luana, una rappresentate dell’associazione di Legambiente, che espone i vari problemi sulla vivibilità della città di Trapani che l’hanno collocata al 98 posto nella classifica nazionale, secondo i dati forniti da Legambiente.
A questo punto fa il suo ingresso in sala, il senatore D’Alì, il quale chiede brevemente la parola per manifestare la sua piena approvazione all’iniziativa dell’associazione e la sua particolare attenzione per i problemi dell’ambiente. Lo guardo attentamente e penso:” Dalle idee si producono i concetti e da questi un lieve sorriso e la sicura vittoria contro lo spessore dell’ignoto così come i rami e le gemme da un tronco e questo da mille radici sotterranee. Le parole non avevano distanza dalle cose che diceva, eppure la sua era un’avventura temuta, dove il confine tra luci ed ombre conservava la nettezza delle giornate di sole e tutta l’oscurità della notte”. Questo giudizio avrei formulato se si fosse presentato davanti ad una commissione di esame di stato, ma in realtà qui non c’è nessuna commissione, c’è un pubblico che giudicherà nel tempo. Per ora col suo intervento ha acquisito un punto a favore per la partecipazione e la sensibilità dimostrata.
Segue la relazione dell’architetto Vito Conte che, con l’ausilio di un proiettore, ci illustra tutto un ampio progetto di come dovrebbe trasformarsi la città per offrire migliori servizi e un’immagine più gradevole. Ci ha fatto vedere nuove strade di collegamento con il raccordo autostradale, canali per ormeggiare le piccole imbarcazioni, spazi verdi e quant’altro. Non so perché ma mi è venuto in mente il grande architetto del primo novecento Le Corbusier , che è come un ” divertissement”, una provocazione per qualcuno, ma per me è semplicemente un viaggio attraverso la prateria sterminata della fantasia. Le Corbusier ha prodotto gli schemi di città-progettazione per molte parti del mondo, spesso come aggiunta ad un giro di conferenza. In questi schemi le zone veicolari e pedonali e le zone funzionali degli stabilimenti sono state date sempre in risalto.
Interessante il breve intervento dell’arch. Vito Mancuso che ha proposto la creazione di un museo di archeologia industriale nel vecchio e diroccato stabilimento di tramontana dove un tempo c’era la fabbrica di ghiaccio. Oltremodo interessante è sapere che il vecchio motore della ormai defunta funivia è diventato un pezzo d’archeologia di notevole valenza dal momento che ne esistono soltanto due esemplari nel mondo e l’altro si trova in America. Siamo proprio fortunati! E non basta, entra in scena l’ing. Barbera che stupisce un po’ tutti e lo si vede dall’attenzione posta dagli uditori. Il suo progetto aspira ad esprimersi oltre il convenzionale e il procedimento consolidato, anticipando soluzioni architettoniche e figurative riscontrabili nelle grandi città di Amsterdam , Rottedarm , Parigi ecc. Egli affronta la questione nodale del dibattito architettonico tra natura e artificio attraverso lo spiccato senso del riutilizzo di alcune strutture già esistenti come i vecchi binari che attraversano la zona del porto, caldeggiando tendenze dell’arte moderna e del design. Per un trapanese vedere un tram dal design ultramoderno è qualcosa di fantastico. E’ come guardare L CAPRICHO de Comillas a Barcellona ( oggi trasformato in ristorante) … di Antoni Gaudí …nella nostra povera città. All’interno del Modernismo, egli mostra, con la sua fantasia, combinata con una visione contemporanea dell’architettura e con l’adozione di elementi storici , i prodromi di quello che potrebbe essere nel futuro la città di Trapani. Per facilitare la viabilità introduce pure “le bateau mouche”, che dovrebbe mettere in comunicazione le due sponde portuali fino a raggiungere la Colombaia , in pochi minuti.
I brevi interventi di alcuni politici spengono quell’atmosfera magica e sognante che avevano creato i nostri architetti con illustrazioni , disegni e parole. Il pubblico ha seguito con interesse quanto è stato detto, apprezzando le idee proposte , ma il pensiero corre verso un futuro lontano dove , forse , i loro progetti potranno essere concretizzati e riconosciuti nel loro effettivo valore sociale ed economico oltre che estetico.
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