Daniela Di Dio: Noi animalisti di facciata …
In riferimento al servizio “Animalisti di facciata” andato in onda lo scorso sabato 18 febbraio all’interno della rubrica “Roc Notes” trasmessa durante il telegiornale dell’emittente televisiva Telesud i rappresentanti locali dell’OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali intendono fare delle precisazioni.
Il direttore sig. Rocco Giacomazzi, ha espresso giudizi che dimostrano la sua scarsa conoscenza sia dell’attività dell’Associazione e sia delle condizioni di “lavoro” degli animali nei circhi.
L’Associazione non vive per la ricerca di spazi di visibilità.
Le accuse, in tal senso, rivolteci dal sig. Giacomazzi, quindi, sono assolutamente prive d’ogni fondamento.
Proprio in riferimento all’esempio da lui citato in merito della scarsa considerazione che l’Associazione avrebbe per i pesciolini, che secondo il giornalista noi considereremmo animali di “serie B” informiamo che, in passato, la sezione locale è intervenuta a segnalare, alle Autorità competenti, la pesca che viene svolta abusivamente nello specchio d’acqua portuale.
E senza emettere alcun comunicato stampa, abbiamo ottenuto maggiori controlli nelle aree demaniali del porto.
Il giornalista, inoltre, è caduto nell’errore di esprimere giudizi – poco informati – in merito ad una presunta preferenza degli animali nel “rimanere in gabbia nutriti, curati e rispettati” piuttosto che “posti in libertà alla mercé di reti o proiettili” di possibili cacciatori.
Prendiamo, questa affermazione del sig. Giacomazzi, come una semplice e mal riuscita battuta.
La realtà, purtroppo, è ben diversa: “lo spettacolo è basato su una continua violenza perpetrata agli animali: dalle condizioni di detenzione, spazi ristretti, catene e gabbie, al trasporto in carrozzoni/contenitori, per finire con l’addestramento, spesso coadiuvato con bastoni, fruste, finalizzato a soggiogare l’animale alla volontà dell’uomo e costringerlo a ripetere ridicoli ed innaturali esercizi”.
Teniamo, infine, a che il giornalista smentisca le accuse che, sulla base del tenore del servizio, egli rivolgerebbe a rappresentanti dell’OIPA per presunte azioni dimostrative, da essi svolte, e consistenti nell’imbrattamento di manifesti con “scritte minacciose all’indirizzo della bella Moira”.
Dal sito www.oipaitalia.com la sede nazionale annuncia che “riguardo le affermazioni, gravemente diffamatorie, l’OIPA si riserva di agire in sede penale”.