E’ Salone l’anti-D’Alì?
TRAPANI, 10 APR – La “guerra”, in sostanza, fra Francesco Salone, consigliere comunale eletto nelle liste del PDL, e gli Organi di “Partito” dello stesso PDL è “esplosa” quando il consigliere s’è fatto promotore di un autonomo gruppo consiliare (“Azzurra Libertà”), insomma appena lo scorso 25 marzo.
Quel giorno, con un comunicato stampa, Francesco Salone, tuttavia, aveva tenuto a sottolineare che «Politicamente il predetto gruppo – di cui fan parte anche il consigliere Giovanni Vassallo (PDL) e Francesco Guarnotta (ex-FLI) – continuerà a fare riferimento al partito nazionale “Il Popolo della Libertà”, cui i sottoscritti confermano la loro adesione».
Insomma la finalità del nuovo “Gruppo” era, sosteneva Salone, semplicemente di «recare un autonomo contributo alla compagine che guida il Comune di Trapani, fornendo suggerimenti e stimoli per una sana e fattiva amministrazione».
Esisteva già, in effetti, in Consiglio, a Trapani, un altro “Gruppo” autonomo, “Uniti per il Futuro”, che aveva come Capo addirittura un deputato regionale del PDL e dagli Organi del “Partito” non s’erano alzate voci particolari di condanna; solo qualche “battutina” aspra del consigliere Totò La Pica in Aula.
Insomma non sembrava che fosse successo, coll’annuncio del nuovo “Gruppo” di Salone & Co., nulla di così eclatante da prevedere una prima “uscita” del Vito Santoro che, sempre su SocialTP, sempre il 25 marzo, denunciava «le continue prese di posizione e di collocazione politica estemporanee e incongrue assunte in particolare dal consigliere Salone» e decretava una sostanziale “espulsione” dal Partito-Azienda di Berlusconi.
Francesco Salone non è rimasto, tuttavia, in silenzio, rilanciando l’indomani, con una dura nota, indirizzata al presidente Berlusconi, ha stigmatizzato l’operato di chi è, secondo lui, il vero “mandante” dei comunicato di Santoro, ovvero il senatore D’Alì, segretario provinciale del “Partito”: «il Sen. D’Alì soffra di amnesia totale o pensi di essere l’onnipotente “padrone” del Partito. Invero se vi fosse un “Oscar alla faccia tosta”, il personaggio in questione non potrebbe avere rivali».
Salone nella nota [SCARICALA INTEGRALE QUI], sbatte la porta in faccia al “senatore”: «invece di pensare ai suoi problemi e chiarire queste sue posizioni a dir poco dubbie, ha l’impudenza di ergersi a moralista politico».
Su una cosa ha ragione Vito Santoro, di parlar “politico” Francesco Salone non ne capisce nulla. Ed oltre che a parole Salone contesta il PDL nelle Aule di Tribunale, queralando, per diffamazione, il coordinatore Santoro [leggi: SALONE ROTTAMA SANTORO].