Erice e l’acqua che c’è, ma non si vede
ERICE – Erice non è in Sicilia, almeno per quanto riguarda l’acqua. La Regione ci dice che l’acqua c’è, Sanges ci crede e non fa nulla per le condutture che perdono. Bisogna risolvere il problema acqua che vuol anche dire risolvere il “problema Sanges”.
Nella nostra zona il problema dell’acqua è sempre stato presente, la penuria d’acqua ha origini antiche, addirittura al periodo della dominazione saracena. Ed è prorpio in quel periodo che la nostra gente (senza differenza Trapanesi ed Ericini) ha cominciato ad impegnarsi ed industriarsi per cercare di far fronte a questo problema … Risale al periodo che risale la scoperta di sorgenti d’acqua termale nei pressi della chiesa di San Cosma e Damiano, a San Giuliano, oggi rigorosamente ricoperte da asfalto.
Successivamente, in tempi passati, i Chiaramonte, ricchi signori della città, fecero portare nel trapanese le acque provenienti dl versante sud est di Erice e nel 1603 arrivò, invece l’acqua della contrada Misericordia. L’acqua giungeva in città attraverso condutture costruite ad archi, secondo il modello romano e si snodavano lungo la via Archi (da qui probabilmente il nome della via….).
Le fontanelle pubbliche svolgevano un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento idrico: la fontana di Saturno, la fontana di Sant’Alberto, la fontana del Quartiere, quella del Mascherone, la fontana della Sirena, quella della Giudecca e le due Fontanelle erano il mezzo di erogazione dell’acqua per la popolazione. Ma ben presto questo sistema diventò insufficiente e i senatori della città decisero un aumento delle “Gabelle” per sostenere la spese necessarie per la costruzione delle condutture per convogliare le acque di Difali, Plantani, Fontana Rossa e Bonaria e nel 1885 fu completato, per iniziativa dell’on. Nunzio Nasi, l’acquedotto Dammusi, le cui acque avrebbero dovuto risolvere il secolare problema idrico che tutt’ora affligge i trapanesi.
Oggi finalmente ci siamo riusciti. L’acqua è abbondante, possiamo tranquillamente lasciare i rubinetti aperti ed evitarci la fatica di chiuderli tanto l’acqua non manca. C’è lo dice il vecchietto del manifesto posizionato li dalla regione Sicilia.
Anche il sindaco di Erice ha creduto a quanto pubblicizzato nel manifesto e ne prova il fatto che Sanges da tempo ormai immemore lascia che le condutture della rete idrica continuino a perdere acqua, tanto la regione dice che l’acqua c’è.
Intanto però sono ben quaranta le perdite d’acqua che sono state individuate soprattutto nel territorio ericino e precisamente a Casa Santa. Per stessa ammissione del dirigente della direzione di Trapani dell’EAS, Ignazio Voi, le zone più colpite sono quelle di contrada Pegno e di villa Mokarta, via Rometta, via Avellino e le via Caserta e Cosenza. Lo stato di logorìo in cui versano le tubatore è talmente elevato che pur essendo stati effettuati alcuni interventi nelle zone di Pegno e Mokarta non si fa in tempo ad intervenire che una nuova perdita si sviluppa. Acnhe la zona di San Giovannello adesso si trova a secco, insomma l’acqua c’è (così dicono) ma ad Erice non arriva.
La regione Sicilia ci fa sapere che ha risolto il problema dell’approviggionamento idrico, qualcuno però adesso dovrebbe risolvere il problema Sanges che finora non ha saputo fare nulla per mettere un freno a questo disagio.. e non solo a questo… purtroppo!