Le fogne scaricano nel porto
Testo di una interrogazione inviata al Sindaco di Trapani e di una lettera al ”Trapani Sera” (che non l’ha pubblicata).
”Il sottoscritto interroga la S.V. per sapere quale azione intende svolgere la Giunta da Ella presieduta avverso la deleteria azione del Bacino di Carenaggio, il quale ostruendo n. 3 bocche di scarico al mare impedisce il libero deflusso delle fogne della Città. Tale stato di disagio potrà risultare gravissimo all’inizio dell’inverno. Tutta la pratica è presso gli Uffici Tecnici del Comune”.
”Egregio Direttore,
anche se con ritardo desidero intervenire, brevemente, sulla notizia pubblicata dal Suo Giornale in data 2 febbraio ed avente come tema la ristrutturazione del Bacino. Mi sono guardato attentamente la cartina illustrativa, ho cercato di avere altre notizie più dettagliate circa un problema tecnico e non essendo venuto a capo di nulla credo sia opportuno e utile parlare di un fatto importante della Città ed intimamente legato ed all’attuale ed alla futura espansione (intensa come superficie) del Bacino. Mi riferisco alla grave situazione venutasi a creare con l’intasamento del blocco del Canale Scalabrino operato dal Bacino stesso.
Ma andiamo per ordine in quella che sino a qualche mese fa era soltanto un ingarbugliata vicenda ma che oggi , a mio parere, è abbastanza chiara.
Il Canale Scalabrino, grosso canale di scolo di acque miste, ieri scoperto ed oggi in parte no, raccoglie le acque che scendono da Erice e della zona delle Fontanelle seguendo un tortuosa percorso, attraverso il rione Palme, via Marsala si immette nel cosiddetto Mare di Maiorana le acque raggiungevano poi il mare aperto attraverso alcune aperture molto vicine tra loro e da altra che ancora esiste (e guai se non ci fosse quest’ultima) nelle vicinanze del condotto della nafta di proprietà della Marina Militare.
Ho scritto poc’anzi (raggiungevano il mare aperto) poiché al momento dell’insediamento del Bacino, senza che nessuno protestasse le aperture furono ostruite e, cosa grave, non si pensò a sostituirle con altre o con altra opera tecnicamente valida per far defluire le acque.
Finché il Canale Scalabrino convogliò le acque bianche che scendevano da Erice e le scarse acque miste delle Fontanelle, il problema non si palesò in tutta la sua gravità (bastava l’unica apertura rimasta a far scaricare le acque), ma quando si furono costruiti gli alloggi del rione Palme e la edilizia privata coprì tutta la zona delle Fontanelle, via Salemi, via Marsala, ecc., il problema divenne drammatico.
Accadde infatti che aumentata la portata, il Canale Scalabrino, proprio per la natura pianeggiante del terreno, aumento la sedimentazione, trovò le aperture sbarrate e si alzò di livello: la velocità delle acque divenne quasi nulla con conseguente intasamento delle fognature di tutta la zona retrostante la via Marsala ( rione Palme, via Salemi, ecc.).
Altro notevole danno ne venne ai proprietari delle saline della zona che videro inquinate le acque che a loro servivano per riempire gli invasi.
Di tutto ciò se ne accorsero i tecnici del Comune al momento della pulizia delle fogne del rione Palme e da allora ebbe inizio un tiro alla fune col Bacino di Carenaggio per cercare di sistemare la faccenda. Ci furono parecchie riunioni sollecitate dalla Amministrazione Comunale ed a cui parteciparono Tecnici e rappresentanti della Prefettura, del Genio Civile, del Medico Provinciale, della Amministrazione Provinciale, del Bacino. Di fronte alla più smaccata evidenza i Dirigenti del Bacino rifiutarono di riconoscere che le bocche esistevano e che erano state ostruite dallo insediamento industriale. A nulla valsero le diffide ed una stessa presa di posizione dell’ESPO ( la lettera è agli atti del carteggio) che invitava il Bacino a rimuovere eventuali pericoli per la Città.
Di fronte a questa caparbia presa di posizione al Comune, ed al sottoscritto allora assessore ai LL.PP, non restò che raccogliere tutte quelle prove che confortavano l’asserto circa le bocche esistenti e ostruite.
Dopo un paziente lavoro di ricerca si venne in possesso di dichiarazioni di proprietari di saline ( e mi sembra anche di vecchi salinai) i quali affermano che le bocche esistevano da sempre (se non ricordo male c’è anche un vecchio testamento che interessa una divisione di proprietà e che fa riferimento alle aperture ).
E’ ormai accertato: le aperture verso il mare esistevano. Il danno che ne viene alla Città per la loro ostruzione è enorme.
Tale stato di cose si aggrava ogni giorno di più ed ora che si legge che tutta la superficie del Bacino deve essere ampliata il pericolo diviene ancora più grave.
Parallelamente allo ampliamento dell’area del Bacino si sono predisposte tutte quelle necessarie ed indispensabili opere idrauliche che permetteranno il deflusso delle acque? Questa è la domanda che non si può e non si deve tacere.
Tornando al carteggio “Canale Scalabrino” in possesso del Comune, il sottoscritto riuscì ad avere le dichiarazioni dei privati solo qualche tempo prima del cambio di guarda fra la Giunta Renda e la Giunta Calamia. Non si sa quindi quale sia stata l’azione della attuale Amministrazione per far rispettare la legge anche al Bacino.
Personalmente ho sollevato il problema presso la Commissione Consiliare dei LL.PP che l’ha posto all’ordine del giorno, ma resta il fatto dell’urgenza di predisporre tutti quegli accorgimenti tecnici per evitare gravi danni ed alla Città ed ai cittadini (allagamenti ed intasamenti di fogne non potrebbero evitarsi).
Mentre non si può che appoggiare qualsiasi iniziativa che tenda a potenziare il Bacino, altrettanto si deve pretendere che qualsiasi insediamento tenga conto della particolare situazione di Trapani circa il deflusso delle acque.
O forse si deve attendere che ci scappi il danno (vedi colera a Napoli) per cercare, poi, le responsabilità? O bisogna sollecitare l’intervento di un pretore?
Tanto volevo dirLe, chiedendo la pubblicazione di questa mia lettere”.
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