Lampade a basso consumo: Un pericolo sconosciuto
ERICE ( TRAPANI ), 23 AGO – “Le ritira il Consorzio Ecolamp”. Dopo una breve ricerca su Google, la notizia la trovo sul “Corriere della Sera” del 29 febbraio 2012: “Lampade fluorescenti: a basso consumo ma inquinanti. Ecco come smaltirle Non vanno mai gettate nel sacco dell’indifferenziata perché contengono il tossico mercurio”. Spiega la giornalista come «le lampadine fluorescenti – che contengono una quantità variabile di mercurio da 1 a 50 milligrammi, secondo il modello – sono rifiuti speciali: Fanno risparmiare in bolletta, ma vanno smaltite come si fa per le pile, per l’olio lubrificante, per la plastica. Mai gettarle nel sacco dell’indifferenziata» [LEGGI QUI].
L’ALLARME DI ECOLAMP. «Abbiamo bisogno che i distributori, soprattutto supermercati e ipermercati, accettino di collocare i contenitori per la raccolta diretta. Sono ancora una minoranza quelli che espongono i nostri scatoloni che, invece, dovrebbero essere a disposizione dei consumatori in ogni punto vendita. In altri Paesi è la norma, ma da noi c’è un’inspiegabile resistenza», commenta il direttore generale di Ecolamp, Fabrizio D’Amico, sempre sul Corriere.
«Se non vengono trattate separatamente, le lampadine a basso consumo rilasciano nell’ambiente sostanze nocive. Il mercurio di una singola lampada magari non fa nulla», provoca il direttore generale.
«Ma proviamo a pensare a migliaia di lampade abbandonate sul greto di un fiume o sulla riva del mare: le sostanze contenute possono arrivare in falda. Inoltre si perdono materiali riciclabili al 95%: è questa infatti la percentuale di recupero delle componenti», conclude il tecnico.
L’OBBLIGO PER I RIVENDITORI. Dal 2005, si legge su un interessante pagina web personale [LEGGI QUI], «una legge dell’Unione Europea fa sì che anche le lampade e i dispositivi d’illuminazione dovrebbero sottostare, come gli elettrodomestici, all’obbligo di ritiro gratuito presso tutti i punti vendita (non è ben chiaro se “uno contro uno” o no, ma come vedremo il problema è un altro). Per finanziare il riciclaggio, si paga (a partire dal 2007, quindi paghiamo già da un anno!) una tassa di riciclaggio anticipata, di circa 22 centesimi, in media, più IVA per lampada. In questo modo, tutte le vecchie lampadine a basso consumo energetico potrebbero e dovrebbero essere smaltite solo attraverso i punti vendita. Il problema è che nessun punto vendita le accetta, perché la legge c’è, ma nessuno ha detto come si deve fare lo smaltimento, ed i negozi rifiutano di riempirsi di lampade usate che non sanno dove buttare (il rischio è che poi le buttino nell’immondizia)».
In realtà il Consorzio Ecolamp fornisce, gratuitamente, ai rivenditori, un apposito contenitore per la raccolta ella lampade esauste e provvede al relativo ritiro, sempre gratuitamente, non appena questi ne abbiamo raccolto almeno per 100 Kg. [LEGGI QUI].
Esiste pure un Numero telefonico per accedere alle relative informazioni: 199 804 544.
Sarebbe interessante che i Comuni, almeno quelli che tengono alla raccolta differenziata e alla tutela dell’ambiente, si facessero parte attiva per mettere in collegamento i rivenditori con il Consorzio.
Abbiamo interessato, della cosa, per quanto riguarda Erice, l’assessore Angelo Catalano. Restiamo in attesa di sue notizie ed attività, in proposito. Nel frattempo che il Comune di Erice si attivi, la situazione per lo smaltimento delle lampade a basso consumo, un rifiuto pericoloso, è, a dir poco, farsesca [LEGGI QUI: SMALTIRE CORRETTAMENTE? UNA FATICA DI SISIFO].
Qui uno Spot di ECOLAMP che sintetizza i contenuti di quanto su scritto: