L’appello del garante dei detenuti
PALERMO – «Secondo uno stereotipo culturale dominante, ma non condiviso, il carcere accoglie al suo interno la cosiddetta “parte marcia” dei consociati che ivi vengono reclusi a scontare i loro “peccati”».
A sostenerlo l’on. Salvo Fleres, garante dei detenuti della regione Siciliana.
Lo stesso deputato ricorda come, invece, il «detenuto non deve essere mai privato della sua dignità di essere umano».
«Le strutture siciliane sono, sotto questo aspetto, ormai al collasso. In alcuni istituti si raggiungono cifre impensabili».
Gli investimenti per la costruzione di nuovi padiglioni nelle carceri già esistenti ci sono, ma sono, evidentemente, a carico dell’Erario e delle tasche dei cittadini: 14,3 milioni di euro per creare 200 nuovi posti-letto a Trapani; 13,5 milioni per altrettanti posti a Siracusa; 11,6 milioni sempre per 200 posti ma a Caltagirone; 33 milioni di euro per 450 nuovi posti-letto a Catania; ulteriori 11,6 milioni per ampliamenti in altre carceri siciliane.
Ma la situazione è ancora grave: «Dieci/dodici detenuti stipati in una cella di pochi metri quadrati, costretti a fare il turno per poter stare in piedi o per consumare i pasti; senza una branda, perché la cella non la contiene, sono talvolta costretti a dormire per terra».
Le condizioni inumane nelle carceri – sostiene Fleres – producono esseri asociali e nuovi reati.