Compendio sul Porto di Trapani: Le mani sul Porto
Non c’è nulla da ridire: come afferma l’avvocato Gaspare Panfalone membro del direttivo dell’Assindustria trapanese “Il porto è una risorsa fin troppo importante per il futuro della nostra città”. Tutto il problema sta su come far ruotare tale risorsa al fine di poter sviluppare l’economia del nostro territorio. Qualcuno ha pensato che la panacea per tutti i mali fosse la costituzione dell’Autorità Portuale a Trapani. Tale Autorità è stata istituita già nel 2003. Ma quasi a volerla delegittimare proprio dal 2003 il traffico portuale ha subito un chiaro declino.
Lo stesso Panfalone ammette con evidente passione, nel suo comunicato del 19 novembre scorso, la “forte crisi commerciale che il porto di Trapani sta attraversando”, porto nel quale “si registra un fortissimo calo di tutte le attività commerciali”, che va dal “calo del traffico dei containers” ed è attestato, altresì, dalla “mancata crescita delle navi crociere”.
Nel proprio grido d’allarme Panfalone ribadisce la rilevanza di “argomenti importantissimi e fondamentali per lo sviluppo del porto come l’annosa questione del pescaggio, la consegna di alcune banchine ancora non ultimate, la definitiva sistemazione dei confini tra Autorità Portuale, consorzio ASI e Riserva delle Saline“ problemi che “rimangono ancora da risolvere”.
Giunge, Panfalone, anche a rimproverare l’Autorità Portuale perché a mesi dallo svolgimento degli Acts della Vuitton Cup ancora “rimangono non utilizzabili alcune banchine sacrificate per poter permettere lo sbarco e l’imbarco delle barche da competizione“ [dopo la Coppa, non sono stati rimossi i travel-shift in testata della Banchina Isolella e sul lato Nord della stessa, ostacolando l’ormeggio di navi portacontainers, N.d.R.]. Noi non riteniamo che le soluzioni auspicate e sollecitate dal dirigente dell’Assindustria siano sufficienti a dare uno scossone al trend negativo del traffico portuale.
Qui il problema non è solo di aumentare le infrastrutture portuali (Enzo Trapani, in proposito ricorda bene “la funzionalità del Porto è la stessa del 2004 o del 2003 quando i traffici erano ben maggiori”) o cambiare la Dirigenza dell’Autorità Portuale (ed il sindaco Fazio in questa considerazione ci da pure il suo conforto “ciò non è sufficiente”).
Il Traffico non aumenta più, anzi proprio cala, per l’assenza di talune condizioni.
Condizioni per lo sviluppo dei traffici sono chiaramente indicate dal prof. Sergio Bologna, in un Seminario sul traffico di cabotaggio tenuto presso l’Università di Catania l’1-2 dicembre 2000, ed organizzato dall’Autorità Portuale di quella Città.
Condizioni che schematizziamo in fondo a questa pagina.
Se è vero che alcuni fattori fanno riferimento alle infrastrutture portuali (presenza adeguati piazzali) altri si riferiscono chiaramente alla semplice migliore organizzazione dei servizi, altri ancora al contenimento dei loro costi, altri, infine, all’adeguamento ed ammodernamento del naviglio.
Su questo ultimo fronte pare che una novità già si prospetti con la sostituzione della nave “Casalicchio” (Linea trasporto Tir e rimorchi con Formia) della società S.A. & M. srl (facente capo al consigliere comunale di Nuova Sicilia Carlo Figliomeni), con un nuovo mezzo.
Per quanto riguarda, invece, la realizzazione del necessario piazzale i tempi previsti per l’opera (di cui non risulta essere ancora stato predisposto, o comunque approvato, un progetto esecutivo e per la quale manca la copertura finanziaria) sono drammaticamente lunghi.
Ciò anche, occorre dirlo, a causa della “querelle” aperta, nei mesi scorsi, da certi miopi operatori in maniera eccessivamente “violenta” con le associazioni ambientaliste (“mi chiedo, visti i risultati, se non fosse stato più utile privilegiare il dialogo” dichiara, giustamente, Enzo Trapani, qualificato rappresentante della Commissione consultiva portuale).
Il merito ai costi portuali il discorso è complesso, e magari l’affronteremo in un successivo articolo, ma è facile constatare lo “scaricabarile” sul chi è colui che “pesa” sul costo complessivo del servizio.
Certa è una cosa: il traffico containers sta diminuendo a vista d’occhio (oltre il 50%) e pare proprio che gli esportatori locali (di marmo, soprattutto) stanno preferendo il rapporto col Porto di Palermo (benché più distante) perché il costo richiesto (pure compreso del servizio di ritiro “a domicilio” del materiale) sarebbe ben lungi da quello richiesto dagli operatori portuali trapanesi (si parla che a Palermo il costo sia inferiore di un 30%).
Dovremmo, quindi, auspicare la realizzazione di una maggiore, o vera, concorrenza tra gli operatori portuali trapanesi. Solo dalla concorrenza, riteniamo, si potrebbe giungere all’auspicata “competività”.
Non inutilmente Enzo Trapani parla, nel suo intervento, di un “Porto impigliato nelle ristrettezze di piccole lobby”.
E’ a tutti trasparente che la concorrenza avviene agevolando l’inserimento, nel Porto, di altri armatori (ma uno è stato fatto fallire: la Co.Na.Tir, l’altro, la Lauro, è stato lasciato … scappare), di ulteriori Imprese Portuali (oggi solo due la “Impresa Portuale srl” e la “S.C.S. – Southern Cargo Services srl”, quest’ultima società appartiene alla holding “Trident” della famiglia Panfalone ed ai noti imprenditori del settore marittimo capitani Carlo e Domenico Figlio-meni, e, magari, di altri agenti marittimi.
La “Riccardo Sanges & C” (facente capo sempre al Trident Group, il cui “chief executive” è Vito Panfalone e i cui soci sono i fratelli Caterina e Gaspare Panfalone) oggi, è l’indiscussa principale agenzia marittima della Città. Anche nel settore turistico il Gruppo Trident (con la PanfaloneViaggi, già SangesTour) è presente in maniera sempre più forte. Ma a regolare la concorrenza sul Porto di Trapani oggi, per fortuna, c’è l’Autorità Portuale di Trapani.
Oggi il Commissario, domani il Presidente e il Comitato Portuale. Perché, ovviamente, il “regno” del Commissario ing. Emilio Baroncini, è destinato a terminare presto, anche alla luce dell’“avviso di garanzia” cui recentemente è stato sottoposto a causa di presunte irregolarità rilevate dalla Magistratura in merito alla gestione dei lavori di ampliamento del porto.
Ed ovviamente, per il proprio “curriculum”, in “poule position” per la presidenza c’è l’avvocato Gaspare Panfalone, se il suo nome, com’è probabile, sarà incluso nella “terna” da proporre al Ministero delle Infrastrutture, competente per la nomina, da uno dei tre Enti preposti alla segnalazione (Comune di Trapani, Provincia e Camera di Commercio). Un dubbio solo teorico se si considera che la Presidente Adamo ha grande stima dell’avvocato, avendolo già nominato, in passato, Presidente del proprio “giocattolo”: l’Airgest.
Già ma che poteri ha l’Autorità Portuale?
L’art. 9 della Legge 84/1994, tra l’altro prevede, al comma 3, che “adotta il piano regolatore portuale” (ovvero stabilisce la strutture del Porto), e deliberi “in ordine alle concessioni” per l’espletamento delle operazioni portuali (il carico e lo scarico, il deposito, il movimento in genere delle merci svolti nell’ambito portuale).
Inoltre, secondo l’art. 8 Presidente dell’Autorità “assicura la navigabilità nell’ambito portuale e provvede … al mantenimento ed approfondimento del fondali [cosa a cui l’avvocato Panfalone tiene in particolare] … nel rispetto della normativa sulla tutela ambientale [su questo aspetto, secondo la Magistratura, invece, pare che non ci tengano in molti]”.
Il Comitato Portuale opera democraticamente, secondo il voto dei suoi componenti. Nel Comitato, oltre ad essere rappresentate le Istituzioni (Comandante del Porto, Regione, Provincia, Comune, Dogana, Genio Civile, Camera di Commercio), sono rappresentate le categorie ed i lavoratori.