Mauro è morto!
Il 26 settembre 1988 moriva assassinato nelle campagne di Lenzi Mauro Rostagno, sociologo, giornalista, leader di Lotta Continua e della comunità Saman. Un omicidio senza colpevoli – nonostante le indagini abbiano coinvolto Mafia, servizi deviati, ex compagni di Lotta Continua, giovani e meno giovani di Saman, balordi di provincia – con indizi attribuiti a tutti ed a nessuno, coadiuvato dai vari contrasti tra le forze dell’ordine che pesantemente hanno contribuito al blocco dell’inchiesta.
Un delitto misterioso, ancora oggi opaco e senza soluzione con indagini che si sovrappongono, si intrecciano, si confondono, ma che si potrebbero ancora approfondire poiché molteplici sono le varianti e le mezze verità abbandonate, dimenticate e alterate che alimentano un silenzio impetuoso e arrogante sorretto dall’indifferenza di chi preferisce dimenticare.
La mattinata trapanese del diciottesimo anno dalla sua scomparsa è cominciata come le altre: frenetica, trafficata, affaticata di chi ha fretta di vivere solo un presente irrisorio, con un’occhiata trasversale al futuro e un passato accantonato perché con garanzia scaduta. Un pomeriggio colorato di abitualità in bianco e nero con i sintomi di una sbronza post-velica, paragonabile a quella di un barbone ubriaco di vino perché assetato: ha chiesto dell’acqua ma gli hanno dato del vino. Trapani, una città che ha sete di bisogni primari, ma che viene ubriacata di eventi velici.
In ricordo della scomparsa del grande comunicatore, solo accenni sommari nei media, la proiezione del film “Una voce del vento” del regista Alberto Castiglione (al cinema Diana, la sera del 26 settembre) e una manifestazione organizzata dai ragazzi dell’Arci e Coordinamento per la Pace, il 30 settembre alla Casina delle Palme, che hanno visto una scarsa partecipazione da parte dei cittadini.
Non omettendo l’incontro programmato da Saman, sabato 23 settembre, giorno in cui, purtroppo, i trapanesi erano troppo occupati a seguire le virate delle barche a vela, eseguite anche dall’ex-ministro leghista Castelli e poi tutti a tuffarsi dentro la notte bianca, con pochi negozi aperti e tante menti chiuse.
La verità è che ci stiamo dimenticando di Mauro. Diversamente da quanto accade qui, a Cinisi per ricordare Peppino Impastato, la partecipazione della gente, alla marcia in quelle terre dove il giovane ucciso dalla mafia è stato protagonista delle sue battaglie, risulta estremamente notevole, come quella al concerto allestito dopo la lunga camminata, che nel corso degli anni ha visto l’intervento di gruppi musicali noti come i Modena City Ramblers. E allora perché non organizzare anche qui a Trapani una marcia che parta dal centro della città e arrivi fino a Saman?
Una passeggiata contro la Mafia, contro l’omertà assuefatta ad ogni buon provinciale ma soprattutto una sfilata di una aggregazione compatta e rigida contro chi custodisce la verità radicalmente fortificata del delitto da quasi vent’anni. Si potrebbe pure progettare un incontro, per rammentare la dinamicità dell’essenza di Mauro, con tutte quelle persone che gli sono state vicino e che fino ad oggi non hanno perso la speranza di conoscere la soluzione della sua enigmatica morte.
E poi magari un concerto con delle band locali, poiché troppi pochi eventi si organizzano per promuoverle; un modo anche per far avvicinare i giovani facendo conoscere loro quell’uomo che non era un Dio, ma semplicemente una persona eccezionale che voleva dare, esibendo pungente verità ed avvezzando ad una trasparente identità, un senso a questa egoista città. E anche per questo merita di non essere dimenticato. “