Notizie manovrate
Non c’è spazio per i giornalisti «non disponibili a tradire la deontologia professionale»: questa la denuncia di Mariza D’Anna, presidente provinciale dell’Asso Stampa, il sindacato dei giornalisti, in una nota diramata lo scorso 20 gennaio. La D’Anna punta l’indice, in particolare, contro gli Enti Pubblici che «ricorrono al meccanismo della consulenza selvaggia, spesso “garantita” a dei soggetti privi dell’iscrizione all’ordine dei giornalisti per allungare la lista delle clientele».
«Sono molti gli Enti pubblici che utilizzano la comunicazione in assoluto dispregio delle regole dell’informazione» prosegue l’atto d’accusa.
«Non è tollerabile – aggiunge con fermezza – che un Ente promuova la sua attività avvalendosi di radio ed emittenti televisive che non garantiscono l’applicazione del contratto di lavoro ai propri dipendenti. Significa, così facendo, legittimare, con il denaro pubblico, il lavoro nero».
Per la presidente dell’Asso Stampa provinciale occorre tener presente la massima latina: «Non omne quod licet, honestum est»
«L’informazione è resa utile a vantaggio solo di “alcuni”, vedendo così svilita la sua funzione», conclude Mariza D’Anna.
«E’ vero – sbotta Nicola Rinaudo direttore del mensile Extra – l’informazione, a Trapani, è inquinata, è abilmente manovrata, condizionata com’è dalle “interferenze” esterne. Insomma, al lettore viene propinata una minestra già pronta».
«I politici hanno capito, infatti, che i media rappresentano un’importante cassa di risonanza per la loro carriera – continua Nicola – e, dall’altro lato, alcuni giornalisti hanno capito (costretti, ma non giustificati, dalla precarietà della propria attività) che il prestarsi ad un rapporto di scambio di ricatti reciproci può giovare alla propria carriera o al proprio portafoglio».
«Fare il giornalista, in realtà, vuol dire altro, vuol dire possedere un’innata curiosità che porta a cercare di conoscere, ad indagare, a svolgere. Un lavoro, quindi, finalizzato alla missione dell’informazione, cioè di far sapere e far capire alla gente…».
Lilli Vento, direttore di Coni News, ed ex-assessore della Giunta Fazio, invece, non condivide l’intero contenuto delle dichiarazioni della D’Anna.
Egli dice «al di là della legge (!) regionale, sono fermamente convinto che il Capo della Pubblica Amministrazione debba avere la possibilità di selezionare i suoi collaboratori, senza che alcuno debba imporre figure non gradite. Nel caso particolare del ruolo dell’addetto stampa, raggirato (!) con l’escamotage del portavoce, non mi scandalizza più di tanto».
E’ però vero, aggiunge Vento «u scrusciu di sordi piaci puru e surdi. Quanti dispongono di capacità finanziarie, riescono spesso a soggiogare tante buone penne alla ricerca di occupazione. Qualche vate avrebbe scritto: più che il suo Io, potè la fame. Qui non hai la possibilità di scegliere. Se sei bravo e fortunato (?) cali la pasta, altrimenti sei costretto a soffrire. Maledettamente».
Ci sembra che nonostante il linguaggio “cifrato” Vento sia molto chiaro. Insomma, ma mica ci voleva tanto per capirlo, a Trapani l’informazione è in “sofferenza”; il giornalista non è propriamente libero di scrivere quelle che vede, pensa, vuole.
Occorre che il lettore non prenda alcuna notizia come “oro colato”, ma assuma una capacità critica e, magari, cerchi altre fonti.