Quella che fu la vera spiaggia di San Giuliano
TRAPANI, 17 SET – Nel secolo appena trascorso molte spiagge erano frequentate dai trapanesi.
La prima in assoluto era la spiaggia che persiste fra il Ronciglio e l’Ospizio Marino. Questa disponeva di modeste strutture che consentivano alle poche donne di frequentare il mare di farsi il bagno vestite di tutto punto.
Un’altra spiaggia era quella adiacente all’attuale CONI. Qui, dicono alcuni, vi era un modesto lido balneare con palafitte che penetravano fin dentro al mare, e dove le donne facevano il bagno immergendosi da una botola che portava direttamente sulle onde.
Certo che le occasioni per svagarsi un po’ erano del tutto inesistenti, ma alle persone di quell’inizio secolo era sufficiente godere della frescura delle acque e del mare cristallino.
Un’altra spiaggia frequentata dai trapanesi era quella che vi era tra l’attuale hotel Cavallino Bianco e l’ex stabilimento Tipa. Questa spiaggia nel corso degli anni ha subito delle continue spoliazioni. Innanzitutto del nome. Perché prima che fosse impiantato lo stabilimento Tipa quella spiaggia si chiamava San Giuliano, in quanto persisteva e persiste la chiesetta di San Giuliano, che adesso è soltanto un rudere [ne abbiamo parlato in questo blog l’8 giugno 2008, LEGGI QUI: LA TONNARA DIMENTICATA, di Alessandro Candela], con a fianco l’omonima la tonnara.
Nel tempo la spiaggia di San Giuliano divenne una discarica di inerti e il nome gli venne sottratto dall’allora spiaggia di San Cusumano che per i più divenne la spiaggia di San Giuliano.
Nell’attuale spiaggia di San Giuliano non si poteva accedere dal territorio di Trapani, in quanto non esisteva una strada e perché il litorale di interrompeva all’altezza dell’attuale Cimitero, con laghetti che nel periodo estivo diventavano paludi.
Con la costruzione della Litoranea questo tratto di mare fu interrato.
Di fianco alla chiesetta di San Giuliano c’era un’antica torre di avvistamento. Adesso di quell’antica struttura rimane ben poco; un rudere.
Forse qualcuno dovrebbe dire ai trapanesi che quella è una delle cinque torri che costituiscono l’emblema della città. E allora si potrebbe pensare di ripristinare quantomeno l’antica torre di avvistamento e ripulire la spiaggia adiacente da tutta la spazzatura che vi è allocata.
D’altra parte se il Campanile di San Marco a Venezia è stati rimesso in piedi dall’allora ministro Nunzio Nasi, non vedo il perché non si possa fare la stessa cosa con la torre di avvistamento di San Giuliano.
All’amico che dalle pagine di Altratrapani afferma che nel mondo c’è spazio per tutti, gli faccio ricordare che la libertà non consiste nel togliere qualcosa ad altri, ma di osservare le leggi che tutelano la libertà di tutti e di ognuno.