Reach: Crudeltà gratuita
Il REACH è la nuova proposta di regolamentazione di sostanze chimiche, proposta dalla Commissione Europea nell’Ottobre del 2003, e che verrà emanata nel corso del 2005. Oggi la nostra legislazione vigente che regola i controlli dei prodotti dell’industria chimica prima dell’immissione sul mercato, è insufficiente a garantire la salute dell’ambiente e dell’uomo, tutti i prodotti immessi prima del 1981 e largamente oggi utilizzati, non hanno mai subito controlli.
Visto che il destino di tutte le sostanze è di finire prima o poi nell’ambiente o assorbite dall’organismo, la proposta REACH, prevede l’esecuzione di test di tossicità per 30.000 sostanze che si trovano già sul mercato.
Per eseguire i test, sono necessari fino a 1.700 animali per ogni singola sostanza, tra topi, conigli, cani, gatti, maiali e scimmie, questo significa che per testare 30.000, saranno necessarie fino a 50 milioni di animali in tutta Europa.
Nei test di tossicità, gli animali vengono costretti ad ingoiare attraverso una sonda inserita nella gola, vernici, colle, pesticidi, o vengono introdotti in camere contenenti vapori chimici, o cosparsi di biocidi, disinfettanti, insetticidi, senza anestesia, provocando in loro, tremori, convulsioni, coma e morte, tutto questo, per risultati del tutto inattendibili e inapplicabili nell’uomo, in quanto tra uomo e animale ci sono differenze sostanziali in termini anatomici, fisiologici, biochimici e metabolici.
Infatti il modo in cui un animale reagisce alle sostanze chimiche dipende dal metabolismo e la velocità con cui vengono metabolizzate dipende dal peso, dalle dimensioni e dalla specie, ciò comporta che la stessa sostanza può essere espulsa in alcuni e accumulata in altri, provocando effetti diversi, per questo molti dei prodotti che erano stati testati su animali con esito positivo, adesso risultano essere dannosi per l’uomo.
Esempi, nel passato, di test risultati inattendibili, sono stati quelli sull’amianto (il ratto si è dimostrato insensibile alle inalazioni delle fibre di amianto, che sono risultate cancerogeni per l’uomo), quelle sul benzene, usato nei combustibili e nelle vernici (innocuo per il ratto è altamente tossico per l’uomo), e quelle sul metanolo (rende cieche le persone ma non gli animali su cui è stato testato).
Tutto questo rende la sperimentazione animale oltre che crudele a-scientifica. Con l’utilizzo di metodi alternativi (la ricerca in silico, metodi chimici, modelli matematici, indagini di tipo statistico, come la epidemiologia e la metanalisi, metodi in vitro che impiegano microrganismi, cellule, tessuti e organi), invece si ha la possibilità di avere risultati più attendibili che garantisco un’efficacia tutela dell’uomo e il vantaggio di essere più economici e più rapidi rispetto ai test su animali.
Ecco perché la LAV ha deciso di sviluppare in Italia una campagna informativa e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
La campagna prevede una petizione nazionale, indirizzata al governo Italiano e una a quello Europeo, ove si chiede l’uso di metodi alternativi per i test; di rendere consultabili e condivisibili i dati oggi esistenti sulle sostanze; che una parte dei fondi derivanti dalle quote di registrazione, venga destinata alla ricerca e allo sviluppo dei metodi alternativi.