Lo Schifazzo abbandonato
A Trapani esiste la più antica barca da lavoro d’Italia, trattasi di uno schifazzo, il “San Giacomo” che giace semi-abbandonato, su taccate, che rischiano di sfondare la carena, rendendo quasi impossibile qualunque intervento per il recupero.
Alla fine degli anni sessanta, per volontà di Giacomo D’Alì, veniva trasformato in imbarcazioni da diporto, per esigenze aziendali. Succes-sivamente acquisito da un privato, Pietro Cudia, che ne è stato armatore per molti anni. Infine il Cudia, per amore della barca e con l’augurio di farla continuare a vivere, faceva atto di donazione alla Provincia Regionale, quest’ultima con l’impegno di recuperare l’imbarcazione e restituirla alle caratteristiche originali.
La donazione era la soluzione per raggiungere tale obiettivo, ritenendo la Provincia una istituzione che mira al recupero del patrimonio e della storia del proprio territorio.
Successivamente a una perizia nel 2000, l’Amministrazione Provinciale avrebbe deliberato un primo intervento, sufficiente a rendere lo scafo galleggiante.
Dopo alcuni mesi, una scusa dirottava tale cifra, guarda caso e per sentito dire, verso una iniziativa rimasta incompiuta (la famosa nave romana di Archeologia navale).
Ancora una volta sono state disattese le aspettative della gente e il diritto di recuperare e tramandare le proprie origini. In attesa di soluzione delle vicende giudiziarie, nel frattempo intraprese dall’ultimo proprietario, si fa appello a quanti amano il mare e questa città e per evitare una fine ingiusta al “San Giacomo”, patrimonio di Trapani e dell’Umanità.