No al clericalismo: La Chiesa faccia un passo indietro
L’auspicio che sostanzialmente è stato ribadito dai giovani riuniti, lunedì sera, presso la sede de “La Rosa del Pugno” al termine del dibattito promosso da Mimmo Scarcella è stato quello della “divisione tra il potere religioso e quello politico”.
“La chiesa dovrebbe lasciare allo Stato di fare le leggi, salvo educare le coscienze ad un uso appropriato dei diritti acquisiti”, ha sottolineato nel proprio intervento Elena Lombardo, che ha aspramente criticato l’intervento della chiesa in occasione del recente referendum sulla procreazione assistita, fallito “perché i preti avevano invitato a non votare”. “Non è democratico educare all’ideologia cattolica i nostri bambini sin dalle scuole elementari”, ha aggiunto Stefania Giuffrè.
Queste ingerenze della chiesa nella politica sono un problema solo italiano ha precisato qualche altro, un problema che non si rileva nel Nord Europa.
Per Nino Oddo, segretario provinciale dello SDI-Rosa nel Pugno, dopo anni di apertura, specie da parte di Papa Giovanni XXIII, ci si trova difronte “un nuovo modo di porsi da parte della chiesa, un modo che rappresenta un passo indietro di trent’anni”.
Per il segretario comunale del Partito, Salvatore Orso, occorre prevedere un nuovo impegno per la laicità dello Stato, anche per garantire quella multi culturalità, fondamento per integrare i nuovi cittadini provenienti dai paesi extracomunitari.
Anche Leoluca Orlando, domenica a Trapani, era intervenuto sull’argomento con un “Dai a Dio quel di Dio, dai a Cesare quel che è di Cesare. Dare a Dio quel che è di Cesare è clericalismo. I tanti politici clericali, offendono i credenti. Occorre separare la dimensione della Fede da quella dello Stato”.