Sino Salone: prove da assessore
Lo scorso cosa ti ha indotto ad impegnarti in prima persona sulla scena politica trapanese?
L’arroganza e le bugie di alcuni politici. La mancanza di rispetto verso i bisogni della famiglia.
La tua carica emotiva ha coinvolto molti commercianti trapanesi e diversi commessi. Li hai “trascinati” in Consiglio a sostenere la giusta causa dei riposi domenicali. Hai costretto il sindaco di Trapani ad emanare ben tre ordinanze, una dietro l’altra, per regolamentare la materia. Cosa hai provato?
Ho capito che quando si è sicuri d’aver ragione, si può avere la forza di battersi per averla riconosciuta.
Quest’anno, tuttavia, ha vinto il sindaco. La nuova ordinanza è qualcosa di simile ad una liberalizzazione. Perché l’avete accettata?
Chi l’ha accettata? Ci stiamo muovendo per farla cambiare, stiamo chiedendo l’appoggio della Chiesa.
Qualcuno dice che, da grande, vuoi fare politica. Il consigliere comunale o addirittura l’assessore.
Sono stato 53 anni tranquillo, tra lavoro e famiglia, e vorrei tornare a questa vita tranquilla. Tuttavia se qualcuno mi chiamasse ad un incarico esecutivo non mi tirerei indietro. Fare il consigliere, invece, non mi attira per nulla.
Allora “giochiamo”: Sino Salone è nominato assessore allo sviluppo economico di un futuro governo ”democratico” della Città. Dove ti impegneresti per portare ricchezza e lavoro a Trapani?
Trapani, ed il suo immediato circondario, posseggono enormi risorse storiche, artistiche ed ambientali. La via dello sviluppo, pertanto, passa dal turismo.
Risposta troppo facile, ma dà, almeno, i lineamenti della tua ricetta.
Occorre, subito, che Trapani si doti di adeguati strumenti. Naturalmente il primo è quello di aumentare la ricettività alberghiera ed extra-alberghiera. Quindi bisogna offrire un prodotto de-stagionalizzato. E ciò è possibile con una corretta politica dei prezzi, che devono essere concorrenziali, per attrarre il turismo sociale o addirittura quello religioso: non bisogna dimenticare che a Trapani abbiamo la statua della Madonna, la cui immagine è talmente bella che più belle se ne possono vedere solo in paradiso.
Oggi Trapani è attraversata da un turismo di transito, che ben poco “lascia” all’economia locale.
Perché occorre delineare e pubblicizzare appositi itinerari cittadini da offrire al turista. Penso ad intere strade piene di botteghe artigiane, di studi di artisti, di locali ove degustare i prodotti alimentari tipici della nostra terra (vini, ecc.). Per fare tutto questo occorre raccordarsi col Liceo Artistico di Trapani, e puntare sull’imposizione fiscale (ICI) come strumento, che anziché agevolare genericamente i proprietari del centro storico, premi solo coloro che ospitino le attività innanzi dette.
Anche la salute del commercio al dettaglio non è tra le migliori.
La Città ha bisogno del PRG e poi di un vero Piano commerciale, fatto da chi di commercio vive. Occorre porre freno all’eccessiva densità di attività commerciali nelle stesse zone, puntando a “coprire”, invece, anche con appositi incentivi, nuove zone, oggi semplici quartiere-dormitorio. Serve, pure, un nuovo mercato ittico. La vecchia “chiazza”, invece, va trasformata in un spazio per i turisti, con ristoranti a prezzi sociali, curando l’intrattenimento.
La Città soffre molto del fenomeno del carovita.
Ritengo necessario che venga realizzato un mercato ortofrutticolo che funga da calmiere dei prezzi. Bisogna, infine, che riaprano i “pizzicagnoli” di rione, perché la gente deve comprendere che il risparmio offerto ai grossi centri commerciali è solo illusorio … entri per comprare un etto di formaggio ed esci carico di sacchetti ed alleggerito di cento euro!