Tranchida: Dovevo cacciare Caradonna a pedate!
ERICE (TRAPANI) – Erice Brucia. Ma non è piu’ l’incendio che ha colpito, pochi giorni or sono la montagna. Ma a bruciare è la Politica, quando vengono diramati dal massimo esponente politico di una Città, il sindaco, certi comunicati come quello lanciato ieri pomeriggio da Giacomo Tranchida.
“Dovevo cacciare a pedate l’Assessore Caradonna”, scrive, con parole di inaudita violenza il sindaco da Fico, riferendosi a quando Italia dei Valori “ha fatto campagna acquisti di un Assessore designato dal Gruppo consiliare Erice in tutti noi per rivendicarlo come proprio Assessore in seno alla mia Giunta”, ma, aggiunge, “ho cercato … soluzioni politiche e temporali per mediare e ricercare il modo di mettere una pezza a tale squallore”.
A scatenare la rabbia di Tranchida un comunicato che Carmelo d’Ercole ha pubblicato nelle pagine del sito web del gruppo locale di IDV: “Complimenti dunque al rag. Giacomo Tranchida – scrivono i dipietristi – il quale, pur mostrandosi pubblicamente pieno di rabbia e di dolore per il devastante incendio di sabato notte, non ha mancato di presenziare, soltanto a poche ore di distanza, alla serata di festa e di musica per il concerto di Noa, svoltosi nella piazza San Giovanni”.
Accuse di Italia dei Valori bollate da Tranchida come “farneticanti, offensive e forse anche diffamatorie, talune ben oltre la dialettica politica” ma, sostiene ancora il sindaco, che sottointendono la “matrice culturale” di chi le ha scritte: Per Giacomino Tranchida, quella di IDV è una “campagna di caccia alle streghe, accuse strumentali e vigliacche nascondendovi dietro un nobile simbolo”!
D’Ercole, a nome del Circolo di IDV, però, rincara la dose: “Vale la pena chiedersi quale sia stato, in concreto, l’apporto offerto dall’interessato (Tranchida, NdR) nell’azione di contrasto all’incendio. E’ probabile che egli abbia lottato strenuamente contro le fiamme pretendendo quindi che, pure i suoi assessori, facessero altrettanto …indossando la divisa da pompiere”!
Accusando, insomma, di essere corso sul luogo dell’incendio solo per la propria mania di “apparire” (ed infatti l’indomani sul Giornale di Sicilia, a firma di Pamela Giacomarro, appaino due righe sul rogo con sopra una grande foto di Tranchida che passeggia nell’area devastata dall’incendio).
Il comunicato si chiude denunciando le “accentuate tendenze antidemocratiche” di Giacomo Tranchida. Replica Tranchida: “presenterò un esposto al Procuratore della Repubblica” in riferimento alle accuse che “pesantemente adombrano responsabilità in capo al sottoscritto Sindaco”.
Alle urla di rabbia di Tranchida, l’avvocato Giuseppe Caradonna risponde con un dialettica assolutamente pacata ed educata, quasi a voler marcare una differenza, in tal senso, fra i due uomini: “Per quanto riguarda le tue frasi ingiuriose a me ripetutamente rivolte nel corso dell’ultima telefonata, credo che sia piu semplice ed opportuno stendere un velo pietoso. Tuttavia penso di non essermele meritate non foss’altro perchè nei tuo confronti – anche nei momenti di turbolenza – mi sono sempre comportato con lealtà e non mi sono mai permesso di accennare all’uso di espressioni piu o meno offensive”.
A motivazione, in sostanza, delle dimissioni, spiega Caradonna nella sua missiva a Tranchida, non motivi di “sedie”, come volgarmente riportato dal Giornale di Sicilia, in un articolo firmato da Mario Torrente, ma solo la “dignità” di un uomo pesantemente colpito dal linguaggio del sindaco.
Ci sono uomini, che fanno politica a Erice, che non hanno la stessa “dignità” di Peppe Caradonna e, per una “sedia” invece, accettano giornalmente di essere offesi ed insultati da chi sembra non conoscere la parola “rispetto” dell’uomo?