A Trapani un nuovo Don Camillo
TRAPANI – Al centro dei pensieri di don Camillo c’era, inevitabilmente, il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone. Al centro dei pensieri di don Vito Filippi, il sindaco azzurro Vito Damiano.
Non ricordiamo se don Camillo abbia mai trascinato in tribunale il sindaco del piccolo comunale emiliano. Siamo certi che, invece, don Filippi c’è arrivato.
Ci lascia piuttosto perplessi leggere la delibera di Giunta Municipale di Trapani con la quale l’Amministrazione è costretta a conferire incarico legale per difendere il Comune, davanti il TAR, «a seguito di ricorso avanzato dai sigg. Padre Filippi Vito + 18» avverso l’ampliamento della ZTL nel centro storico di Trapani.
Dal testo del ricorso, si evidenzia che esso è proposto da «titolari di piccoli esercizi commerciali tipo bar, botteghe alimentari, fruttivendoli, macellerie, edicole, ecc, artigiani costituiti in comitato spontaneo denominato “ViviAmo Trapani”».
A noi non risulta che padre Vito Filippi diriga un esercizio commerciale, eppure lui è il primo dei ricorrenti ed è sempre lui che afferma di «subire nei fatti un grave pregiudizio economico per l’intera attività lavorativa, oltre che per la famiglia»!
Nel ricorso, padre Vito Filippi sostiene che il sindaco Damiano ha posto «in essere un atto illegittimo» poiché avrebbe utilizzato, nel prendere il provvedimento, uno strumento non corretto: un’ordinanza sindacale, atto che, invece, va utilizzato solo «per esigenze concrete di “gravi pericoli” incombenti per l’incolumità dei cittadini».
Il ricorso è stato sottoscritto da altri 18 cittadini: 5 risiedono ad Erice, altri 3 sono di Paceco, 1 è di Valderice, 1 di Calatafimi.
Il TAR, notizia di ieri, in prima battuta, ha dato ragione al Comune.