Sino Salone: Il vero problema? I Centri Commerciali
Un punto importante del congresso di Napoli mi ha fatto riflettere: l’Italia ha i motori fermi.
Quali motori possono girare se non parliamo di una cosa importante: il lavoro, l’occupazione?
E come possiamo dare lavoro ai nostri figli se aumenta l’età pensionabile e gli stessi diventano, da subito, disoccupati professionisti?
Non vi parlerò di creare nuovi giochi e vizi, in quanto alla nostra nazione, questo Governo, ne ha creati tanti e sono già troppi, ma i giochi portano povertà e crisi di famiglia.
Come pensiamo di far lavorare i nostri ragazzi se si cerca di distruggere le piccole e medie imprese di famiglia sulle quali si fonda una significativa parte della nostra economia?
Come possiamo aiutare gli artigiani se tutto viene prodotto all’estero dove lo sfruttamento della mano d’opera mortifica l’uomo e toglie lavoro alle nostre aziende?
Come possiamo investire sul lavoro quando chi comanda dice ”sono ancora pochi il 30% dei nostri centri commerciali”, quando, invece, è statisticamente provato che tali Centri commerciali (di proprietà spesso estera, tra l’altro) creano molta più disoccupazione che occupazione, causando la chiusura di piccole e medie aziende artigianali e commerciali con le quali vivono, con dignità, da generazioni, intere famiglie?
Come possiamo illuminare i nostri centri storici, preoccuparci del loro abbellimento, quando cerchiamo di allontanare o far chiudere le attività commerciali?
Vengo informato che, nella mia città, due nuovi centri commerciali dovrebbero sorgere perché così ha deciso l’assessore regionale alle attività produttive, senza tenere conto che, di proposito, non si fanno i piani commerciali.
Come i giovani possono pensare di mettere su famiglia, quando l’unica certezza è quella di trovarsi a lavorare persino la domenica e dunque non potere adempiere ai doveri di buon cristiano e trasferire alle generazioni future questi ed importanti valori? Quale esempio diamo ai nostri giovani quando, con il pretesto di portare la pace, invadiamo con le armi paesi lontani cercando di cancellarne l’identità e la cultura?