ZTL e calo fedeli: La replica di Padre Filippi
TRAPANI, 10 SET – Padre Filippi non ci sta. Non ci sta alla nostra ironia [LEGGI: TRAPANI, LA ZTL METTE IN CRISI SANTO PADRE], non ci sta ad ammettere che il calo di fedeli (se c’è) nella sua parrocchia (“Santo Padre”, o San Francesco di Paola, se preferite) non è fisiologico all’estate, e conferma che è dovuto alla ZTL appena istituita in Centro. Noi continuiamo a dissentire, perché riteniamo che, oggettivamente, a frequentare la parrocchia siano i residenti del Centro Storico e questi non subiscono limitazioni dall’istituzione della ZTL.
Tuttavia, naturalmente, per correttezza, pubblichiamo integralmente l’email di replica che ci ha indirizzato.
«Alcuni fedeli mi hanno segnalato la pubblicazione su un blog di un resoconto di un assemblea dei commercianti di via Mercè a Trapani per la ZTL in cui partendo da una frase che avrei pronunciato in un discorso a sostegno dei commercianti, si fa una ricostruzione a dir poco fantasiosa, sicuramente non veritiera e a tratti quasi offensiva.
Il 28 agosto 2013 nella prima mattinata si è svolta una manifestazione pubblica in Piazza S. Francesco di Paola in Trapani per l’ordinanza del Sindaco riguardante l’istituzione della ZTL.
Come sacerdote e in quanto rettore della Chiesa “San Francesco di Paola” che insiste in quella piazza ho sentito il dovere di partecipare per rendermi solidale con i commercianti della zona. Sento come un dovere quello di essere presente al fianco della mia gente che è molto preoccupata per le conseguenze della ZTL ed è l’unico motivo per cui ho partecipato alla manifestazione.
E’ vero che la ZTL non favorisce la visita dei fedeli al Santo di cui tutti i trapanesi sono devoti: penso agli anziani e ai tanti ammalati che vengono a pregare il Santo per ottenere una pronta guarigione.
A loro ho pensato perché tanti anziani mi avevano espresso la loro preoccupazione e alle loro esigenze ho cercato di dare voce. Era comunque un discorso marginale rispetto alla vera preoccupazione espressa dai commercianti della zona, preoccupazione da me condivisa.
Ma l’affermazione “crollano anche le elemosine e la parrocchia corre verso il dissesto finanziario” non capisco proprio da dove venga. E’ ovvio che non c’è nessun dissesto finanziario in corso né c’interessano le elemosine: viviamo con grande libertà delle offerte senza chiedere niente a nessuno e la semplicità con cui vive e si pratica la devozione al “Santu Patri” è sotto gli occhi di tutti.
Per chiarezza e per informazione corretta, se a qualcuno interessa, tengo a chiarire che la Chiesa San Francesco di Paola è di proprietà del FEC (Fondo edifici di Culto cioè il Ministero dell’Interno) ente che non sovvenziona né la manutenzione ordinaria né quella straordinaria della chiesa. Tutto viene fatto da noi a nostre spese.
La chiesa non è nemmeno parrocchia e dunque non vi si svolgono matrimoni e altre cerimonie e dunque la chiesa vive da sempre delle offerte che i fedeli liberamente donano senza chiedere alcun contributo pubblico.
Se voleva essere una battuta ironica quella che chiama in causa il posteggiatore abusivo della piazza ( che io che frequento giornalmente la piazza, non ho mai visto) e la “cassa integrazione” per don Filippi e la “delocalizzazione della chiesetta in Albania” francamente non ne colgo, anzi non ne cogliamo insieme ai fedeli, l’umorismo. Insieme al resto del sarcasmo inutile sulla richiesta di far fare più “scinnute” alla statua del santo, sul trasferimento del sacerdote, sul coro delle ragazze…Battute di pessimo gusto.
Invitiamo chi vuole conoscere la nostra realtà a partecipare alle celebrazioni della Messa, alle preghiere, all’organizzazione delle scinnute e delle processioni, ad ascoltare le esigenze e le preoccupazioni della gente. Loro sanno che troveranno sempre nel rettore della Chiesa un sacerdote disposto ad accogliere nel rispetto della libertà ma soprattutto della dignità di tutti».
Padre Vito Filippi rettore